Ogni mattina scelgo io come prepararmi, decido io cosa mettermi, mi specchio e mi vedo, oltre che sentirmi per come sono, ciò che non posso fare è cancellare ciò che mi vive dentro e nemmeno voglio farlo, nel mondo dell’acondroplasia
-di questa condizione fisica - così diversa, o se preferisci nel mondo della
disabilità, crescere è difficile da vedere, da leggere tra le righe della vita se
non per occhi attenti e cuori aperti.
Perché parto da
qui, perché i guardarsi non è semplice non è scontato, e non lo è nemmeno senrtirsi nel fisico che cambia, evolve e a volte fa pensare.
Crescere, divenire adulti e conquistare una propria identità sono processi che investono la vita di ogni essere umano. Processi complessi, che vedono l’intersecarsi di fattori individuali e non solo. La presenza dell’acondroplasia, o disabilità, rappresenta una condizione nella quale il rischio è che non si possa ancora pensare a un’adultità possibile.
Come si diventa adulti?
Chi ci insegna a diventare adulti? Cosa concorre al crescere nel mondo?
L’immagine di sé si rinnova e incorpora ciò che si è stati e ciò che si sta diventando. L’«essere adulto» viene a rapportarsi con il «divenire adulto» in un continuum di transizioni che si susseguono in tutto l’arco di vita della persona.
Le tappe della vita contemplano esperienze possibili per ogni individuo e richiedono attenzione.
Diventare grandi dunque, anche per le persone disabili, non è un fatto d’età e nel mio (nostro) caso non si tratta di diventare alti, ma soprattutto di esperienze, di scambi, del modo in cui ci è data o meno la possibilità di relazionarci con il mondo.E nella relazione è compreso il fatto di poter utilizzare un linguaggio “adulto”,
una comprensione “adulta”, uno sguardo “adulto”, e una parola “adulta”.
Sguardo, comprensione,
parola, linguaggio, tutte cose immateriali perché attraversano sentimenti, memorie, sensazioni, imprimono la realtà e la vita che passa, dentro la persona rimangono e prendono forma, vita, importanza, tanto quanto per una persona normale è doveroso farsi rispettare.
Nessuno, in nessun caso ha il diritto di trattarti da bambina, ma tu puoi sentirti adulta.
Dove sta il metro
di misura, nella testa o nel cuore?
“La mente ci mente” (cit.), il cuore racconta il sentimento della verità più profonda.