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Consapevolezza in acondroplasia

Immagine del redattore: Agnese CaonAgnese Caon

Ci riconosci da lontano, forse non serve nemmeno una giornata internazionale di consapevolezza…

Ma perché definirla tale? Bassa statura, solo perché c’è una statura media, chi ha definito alto o basso? E ancora, in base a questo definiamo una persona? Capita ancora molto molto molto spesso.

Sono cambiate tante cose ma tante altre possono cambiare, il passo da fare è prima di tutto, un nostro cambiamento, nel modo in cui noi guardiamo noi stessi così che poi cambia come guardiamo e ci poniamo di fronte ad un’altra persona.

Noi come siamo? Come ci guardiamo , che cosa ci diciamo davanti allo specchio, perché lo specchio dhe riflette la nostra immagine dice anche il nostro dialogo, riflette e ci permette di vedere, e se provassimo a chiudere gli occhi e ci ascoltassimo solamente sentendo come siamo così come siamo? Come cambierebbe quella sensazione, come cambierebbe il modo di porsi nel mondo?

La consapevolezza parte da noi, dal nostro sentire dentro di noi, verso noi stessi. Poi verso gli altri… consapevoli di noi possiamo affrontare il mondo lì fuori.

Cosa colpisce l’acondroplasia? Le ossa, quella parte che fa crescere o meno il nostro corpo, quella parte che sostiene che permette il movimento, l’andatura, quella parte di tessuto (più solido) che costruisce la forma,quella forma che viene definita a parole, ricordiamoci che c’è una parte più profonda di noi quella parte invisibile che va oltre l’osso stesso, che va oltre anche lo sguardo.

Consapevolezza che è costruita anche dalla memoria che abbiamo impresso dentro di noi, quindi quale consapevolezza profonda vogliamo portare dentro di noi?

Un giorno è ogni giorno…

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