Autonomia e indipendenza sono due principi educativi diversi. Indipendenza indica la condizione dell’essere soggetto a qualcuno; essere indipendente significa non essere asservito ad alcuno, con un netto distacco. L’autonomia ha un’origine differente: questa parola indica la capacità di vivere secondo le proprie leggi. Una persona autonoma è una persona capace di regolare se stessa, la propria affettività e il proprio pensiero.
Educare all’autonomia significa far crescere con la capacità di comprendere i propri bisogni, anche in relazione agli altri. Significa lasciare libertà di esplorazione del proprio potenziale; significa avere strumenti per intraprendere il proprio percorso di vita ricordando sempre l’interdipendenza: i legami ci arricchiscono e sono una condizione essenziale per vivere bene. L’autonomia non ha bisogno di essere esasperata: emerge naturalmente quando le relazioni si consolidano.
L’autonomia ha bisogno di una rete affettiva: si nutre di ascolto, di qualcuno capace di intuire.
Educare e crescere nell’indipendenza, è poter contare sulle proprie forze; dare valore all’assenza invece che alla presenza.
L’indipendentismo educativo trascura un fattore importante: le relazioni sociali sono un fattore cruciale, forse il più importante, per riuscire a superare autonomamente i problemi e gli ostacoli.
Ricordiamoci della presenza affettiva, condizione essenziale dell’autonomia.
Confondere l’autonomia con l’indipendenza può sembrare una sottigliezza linguistica, ma si tratta di una scelta di campo dagli effetti tutt’altro sottili.
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