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Immagine del redattoreAgnese Caon

La solitudine

Benedetta solitudine. Tanto ho cercato di coprire e soddisfare con ogni cosa, persona, fatto, momento, desiderio, sogno, libro, dialogo. Ma mai mi lasciava, anzi era sempre più opprimente, tanto che mi toglieva il fiato e dovevo ricostruire sempre di nuovo una giustificazione, una presenza. La solitudine, una cosa solo stavo cercando in giornate piene di impegni, riunioni, incontri, persone, km e km percorsi, radio, tv, famiglia. Cosa stavo cercando e dove stavo andando? Ormai quasi tutto avveniva in automatico, quasi nulla aveva più sapore. Nel momento in cui ho dovuto sperimentare davvero che ero sola e sono rimasta sola, allora lì ho capito che avevo una grande opportunità ritrovare ciò che avevo perso, ritrovarMI, io non avevo tempo di ascoltare, dovevo riempire gli spazi vuoti con qualcosa, il silenzio con un rumore, l’armadio con una maglia, la testa con un impegno e il telefono con un messaggio.

Ora dico benedetta solitudine che sei arrivata e posso gustare anche il fatto di essere da sola, perchè ritrovo me stessa, assaporo il tempo, riesco a sentire ciò che mi vive dentro, e riesco ad esserci per gli altri. Allora lì nella solitudine piena, so di stare bene, e allora lì c’è e ci sarà tempo per chi arriva e per chi arriverà o per quel momento che è solo da vivere.

Gustare il momento, comprendere il dialogo, guardare oltre l’orizzonte.



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