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  • Immagine del redattoreAgnese Caon

ciò che non si conosce va esplorato: adattabilità

Adattabilità che nel contesto dell’acondroplasia trova proprio il suo spazio per parlarne , Adattabilità che non è comodità non è sedersi sulla sedia e adattarsi a ciò che gli altri fanno, ma è adattare lo spazio e lo vedremo in un progetto che sto costruendo, adattare per normalizzare, non mi piace molto la parola normalizzare ma è nel linguaggio comune la parola più usata e più comprensibile, adattare per dare una possibilità, le possibilità ci sono per tutti, si tratta di trovare il modo per renderle concrete e per fare questo c’è bisogno di mettersi in azione. Azione che si sceglie di mettere in pratica per esprimere, per fare, per agire proprio perchè stare fermi non serve.

Si impara che il tempo lo gestisci tu, la vita la gestisci tu, le scelte le fai tu così come lo spazio che vivi lo scegli tu a come adattarlo, a come vuoi viverlo. Adattare quindi è una reale possibilità a volte ribelle verso gli stereotipi comuni ma ci sono principi e leggi che vanno sconfinati per poter creare lo spazio "vitale" in termini di spazio fisico, personale, relazionale.

C’è sempre uno spazio da esplorare che magari non vogliamo vedere ma guardiamo da lontano, per paura, per timore. Ecco che affrontare ciò che ti vive dentro e fuori del corpo può essere un trampolino di lancio per riscoprire una parte di te, perchè quello che reprimi è quello che ti si ripresenta come sensazione o come fastidio e diventa un'idea sbagliata un pensiero che prende la direzione che vuole.

Adatta, vivi... non reprimere trova il modo di esprimere !!!

Lo racconto per darti modo di conoscere, approfondire, vedere con occhi diversi chi vive in 130cm. Tu cosa ci vedi? Cosa ti incuriosisce? Cosa mi vorresti chiedere? Ti attendo nei commenti



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