Rendere consapevole la vita nella sua espressione...
Nel racconto della vita, ci sono aspetti che possono essere intercettati ed esplorati, che poi riguardano la vita di ciascuno ma riguardano anche me e anche noi, e uno di questi è la crescita, la maturazione, la consapevolezza. Perché parlarne? Sembra che l’acondro sia destinato solo ad una forma bambinesca dell’essere persona ma non è cosi… le fasi della vita sono le stesse per ciascuna persona: infanzia, adolescenza, età adulta tradotte anche come crescita, maturazione, consapevolezza.
Nel pensiero culturale dominante crescere maturare, viene identificato con il raggiungimento di uno status di adulto. Ciò che identifica l’adulto sono criteri sociali, quali l’aver acquisito una posizione lavorativa più o meno stabile, l’aver creato un proprio nucleo familiare, aver assunto responsabilità rispetto alla società di cui si fa parte. Ma, ciò che si è raggiunto spesso è solo un ruolo sociale. Una maschera ben adattata. In un’ottica diversa, che parte dal singolo, dalla sua singolare esistenza e dalle sue innate capacità, crescere, maturare equivale ad essere capaci di auto-sostenersi senza il bisogno di sostegno ambientale e non solo nel senso materiale, ma anche principalmente emotivo. Crescere, maturare, ha a che fare con la capacità che ognuno ha di garantirsi da sé le migliori condizioni di esistenza. Ma questo è possibile solo se, e soltanto se, siamo capaci di entrare in sintonia con noi stessi. Crescere vuol dire raggiungere la propria personale totalità, realizzare se stessi, in un’ottica di integrazione che fa dei propri limiti delle risorse, perché consentono di rispettarci e accettare i nostri tempi, come le nostre capacità. Senza aspettarsi di più o di meno, e senza pretendere dal di fuori ciò che può scaturire solo dal di dentro. Se si è centrati su se stessi, se si diventa consapevoli dei propri bisogni, di qualsiasi bisogno, senza giudicarli, valutarli o analizzarli, allora è possibile muoversi nel proprio ambiente e cercare ciò di cui abbiamo bisogno. Senza aspettare che sia l’altro a fornirlo. Ognuno diventa capace di vivere ed esistere da sé, in modo autentico e spontaneo, non condizionato. Un legame autentico, in cui io vengo riconosciuto per quel che sono e tu verrai riconosciuto per quel che sei, allora sarà possibile. E quindi la strada per la maturazione passa per l’autenticità, e questa è possibile solo se si è completamente e consapevolmente se stessi, in ogni nostro aspetto, in ogni nostra macchia e in ogni nostra luce. Senza maschere.
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