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Immagine del redattoreAgnese Caon

#ciò che non si conosce va esplorato: quello che vedi è solo quello che vedi, l’acondroplasia non si

Qual è l’esperienza che vive una persona che ha l'acondroplasia? Oggi ho pensato di descriverlo con una foto nella quale si nota che le movenze fisiche non sono “le migliori”, e ogni giorno in ogni ambiente interagisco con qualcuno che pensa che la mia esistenza su questo pianeta sia una barzelletta. Le “migliori”movenze, perché il termine “migliori”? Perchè credo nel fatto di poter lavorare ancora molto con le parole e la conoscenza, quella conoscenza che ci porta a fare un passo ulteriore.

Solitamente i bambini sono spontanei, non hanno filtri, non hanno pregiudizi, e pongono le domande con libertà e con la curiosità di conoscere e di esplorare il mondo, se alla domanda: ma quella signora è grande o piccola (in termini di età), il genitore risponde con un ceffone e poi infila la testa del bambino dentro al tuo giubbotto, significa che… (ognuno tragga la propria risposta).

Personalmente ci ho messo anni per capire che questi 130 cm non sarebbero stati altro che 130 cm e allo stesso tempo avevo in mano un grande potenziale da poter esprimere sotto varie forme, ora personalmente mi sento anche di rispondere a quel bambino e a quei genitori, dicendo esprimete ciò che pensate, fate domande, esplorate il mondo.

Le parole formano il mondo, e di parole sono fatte le domande e le risposte ed è qui che si instaura la relazione di scambio ed è qui che anche l’acondroplasia come qualsiasi altra forma di disabilità prende forma, vita, coraggio e forza; abbattere i muri dell’omertà e saper rimanere in piedi per poter instaurare un rapporto di scambio con ogni persona.

L’acondroplasia non si nasconde, perchè si vede, si tocca, l’esperienza simile ma pur sempre “diversa” di adattare tante scelte, diversi ambienti, tanta quotidianità.

Date spazio all'esplorazione ... e se avete curiosità, domande, dubbi, ponete tutto ciò che state cercando.



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